Le attività della nostra Azienda

Attività agricola

L’attività dell’Azienda Agricola Biologica Morani è da sempre basata su due elementi: le colture estensive, come il grano duro, e l’allevamento allo stato brado della vacca Maremmana.

Entrambe queste produzioni si prestano ad un’agricoltura a basso impatto ambientale: possono infatti essere ridotti al minimo gli interventi dell’uomo, sia per la coltivazione che per le cure agli animali.

L’ambiente in cui avviene l’attività produttiva resta il più possibile inalterato, tutti gli animali (selvatici e non) che popolano il territorio possono svolgere il proprio ciclo vitale senza alcuna interferenza dell’uomo.

Allevamento della vacca Maremmana

Tutti i capi allevati sono nati e cresciuti nella nostra azienda. La mandria è divisa in vari gruppi di vacche da riproduzione. Ogni gruppo è costituito da circa 70 bovine e un paio di tori per la monta naturale, liberi di pascolare in diverse zone  dell’azienda. Tutti hanno a disposizione il prato per nutrirsi e il bosco per ripararsi dal caldo e dalla pioggia.

La nostre vacche hanno una vita naturale, quando i pascoli sono magri, si nutrono dei foraggi prodotti in azienda, sono sempre libere, partoriscono naturalmente senza l’aiuto dell’uomo.

Tutta la mandria è iscritta al Libro Genealogico della Razza Maremmana: il nostro è, prima che un allevamento per l’ingrasso, soprattutto un allevamento che crede nell’importanza del mantenimento della razza maremmana. Questa è infatti una razza autoctona, che vive in questi luoghi da migliaia di anni e che l’uomo ha saputo utilizzare sfruttando al bisogno le sue caratteristiche. E’ una razza rustica e frugale, resistente alle malattie e alle difficoltà climatiche, caratterizzata da grandi corna, a lira nelle femmine e a mezza luna nei maschi, dal manto con sfumature grigie e da una grande mole straordinariamente robusta.

Se in passato i bovini di questa razza venivano utilizzati come animali da lavoro, oggi sono importanti perchè grazie alle caratteristiche di rusticità e frugalità rendono possibile il mantenimento dell’attività agricola in zone molto difficili e marginali come i Monti della Tolfa.

Il marchio a fuoco, strumento antico e volendo anche cruento, garantisce una vita libera per 16 e più anni. Ci consente inoltre il riconoscimento da lontano dei capi da riproduzione; infatti quotidianamente verifichiamo lo stato degli animali attraversando a cavallo tutta l’azienda.

Anche l’ingrasso degli animali da macello avviene nella nostra stalla: qui vitelli e vitelloni vengono alimentati con foraggi prodotti interamente sui nostri campi, unica garanzia di alimenti sicuri e controllati.

Coltivazioni

l compito di ogni bravo agricoltore biologico è quello di coltivare i propri terreni, cercando di aumentarne il grado di fertilità. Mentre l’agricoltura tradizionale guarda al solo risultato economico della coltura in atto, apportando tanto concime quanto necessita allo sviluppo colturale, l’Agricoltura Biologica deve mirare al nutrimento del suo principale mezzo di produzione che è esclusivamente il terreno e l’ambiente dove si svilupperanno le colture.

L’unico sistema per rendere sempre più fertili i terreni è apportare Sostanza Organica al suolo.  Questo è possibile attraverso letamazioni, interramento dei residui colturali, utilizzo di piante leguminose e adottando appropriate rotazioni colturali (far succedere negli anni, sullo stesso appezzamento, colture miglioratrici come le leguminose che apportano naturalmente azoto, e colture “depauperanti”, ovvero che asportano elementi al terreno come tutti i cereali). Prendiamo ad esempio il grano duro: nell’agricoltura tradizionale necessita di almeno tre dosi di concime durante il suo sviluppo e buone dosi di erbicidi; per un risultato che ondeggia a seconda delle annate: si possono ottenere 90 quintali di granella per ettaro ma se ne possono ottenere anche 15.

Noi il grano duro lo coltiviamo su terreni difficili con pendenze elevate, lo seminiamo su terre “riposate” dove nei precedenti tre anni c’è stato un prato di leguminose pascolato dalle vacche che con le loro deiezioni partecipano al bilancio positivo della sostanza organica.

Risultato?

A costo quasi zero, se non per le sementi e le lavorazioni, si ottengono sempre tra i 25 e i 35 quintali a prescindere dalle annate positive o negative.

Tutte le altre coltivazioni, per la maggior parte foraggere, sono condotte con questi principi: anche le ortive che richiedono molto ai terreni dove sono coltivate, rientrano in un piano di rotazione e sono comunque concimate con il letame delle nostre vacche.